Arte e cultura

artecultura mappaDa un punto di vista geologico la storia della Val d'Orcia inizia circa cinque milioni di anni fa, in questo periodo il mare comincia a ritirarsi e avviene un deposito di sabbia e argilla che creano lo strato superiore delle valli. In un secondo momento il vulcano di Radicofani e quello dell'Amiata eruttarono della lava che si sovrappose alle rocce preesistenti dando vita, indurendosi, a rocce scure che prendono il nome di trachiti. A questi eventi si aggiunse il fenomeno dell'erosione che, in alcune zone, diede vita a calanche e biancane. Le rocce si susseguono con la loro bellezza e maestosità accompagnando il fiume Orcia che taglia trasversalmente la valle uscendo attraverso una profonda spaccatura. Salendo verso le pendici dell'Amiata si va verso una foresta montana di faggeti e castagneti. La Val d'Orcia è una terra oggi periferica, naturalmente luminosa e pulita nella quale il carattere agricolo della sua economia e il persistere dei suoi abitanti in attività legate alla terra o alla lavorazione di materie prime del luogo, hanno salvaguardato il rapporto uomo-ambiente, elevandolo ad una dignità quasi ovunque sconosciuta. Ma questa valle non è soltanto un luogo diffusamente poetico e naturalisticamente accattivante, contribuendo essa al tramandarsi di un sistema di relazioni umane storicamente determinatosi lungo la grande e antica Romea che 1'attraversava, la Francigena. L'insieme dei segni che si sono sviluppati lungo di essa, o sulle colline che le fanno ala, consente una lettura del paesaggio non molto diversa da quella che affascinò i grandi pittori senesi dell'evo antico o del Rinascimento, i viaggiatori europei del "grand-tour", gli scrittori sentimentali del viaggio inglesi, tedeschi, francesi. Lo scenario della Val d'Orcia, armonico nella sua naturale simmetria, si rapporta ovunque, in una dolcezza morbida di linee collinari, alla verticale maestosità dell'Amiata, una montagna fonte di acque limpide e di energia vitale e vegetale. I colori netti delle argille sterili o dei tufi dorati si dividono sulle colline, la vegetazione si fa scura attorno ai fossi e risale fitta sotto alle rocche o ai castellari, quasi dispensatori di ordine alle file dei vigneti e alle schiere argentee degli olivi. La solarità, il vuoto, la luce,goduta da lassù, possono variabilmente suscitare nell'osservatore gioia o ansia, sintonia armoniosa o senso di solitudine, difficilmente l'indifferenza, la Val d'Orcia è un continuo fuggire di colline senza interruzioni visibili, variamente modellato da torrenti, calanchi, mammelloni e biancane che corrono sempre a riannodarsi fra loro nel colore cinerino della creta. La Francigena, snodandosi in mezzo a questa natura bella ma ostile, per secoli permise ai suoi piccoli centri di crescere sull'orgoglio e la fierezza di una popolazione antica, usa a condividere i sogni, le arroganze e le utopie di uomini potenti e famosi. In Val d'Orcia una civiltà agraria, che non si è mai arresa al progresso, accoglie gli ospiti come un tempo i viandanti ed i pellegrini e li fa testimoni attivi e partecipi di una sperimentata e sincera convivialità.

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